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Il pacchetto di sicurezza viola i diritti umani
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July 4, 2007

Italian Women Opposing New U.S. Military Base Lobby Capitol Hill
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No Peace or Justice: America's plans to Expand a US Military Base in Vicenza, Italy
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AIPAC: Raccontare una balla

di Stephanie Westbrook

Il tema dell'annuale conferenza dell' American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) di quest'anno è stato "Israele: raccontare la storia". E la storia che voleva raccontare l'AIPAC aveva dell'incredibile.

La conferenza mirava a conferire agli oltre 7.000 partecipanti una "conoscenza profonda dei tanti modi in cui Israele sta rendendo il mondo migliore", con particolare attenzione alla costruzione della pace e l'innovazione. Secondo il sito web dell'AIPAC, i partecipanti della conferenza avrebbero avuto l'occasione di "incontrare israeliani che si precipitano sul luogo di catastrofi naturali in terre lontane perché credono che salvare una vita vuol dire salvare il mondo intero". Non parlava delle 1.400 persone uccise durante l'assalto israeliano a Gaza.

Con uno sfondo fatto di miscele creative di bandiere e icone americane e israeliane, la conferenza di tre giorni, tenuta a Washington DC, vantava interventi da parte dell'ex ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni e il segretario di Stato USA Hillary Clinton, contro la quale, secondo il giornalista MJ Rosenberg, i delegati sono stati avvertiti in anticipo di non fischiare. Gli argomenti dei workshop spaziavano da domande convenienti come "Sono gli insediamenti un ostacolo alla pace?" e "L'Israele viene trattato in modo iniquo dalla stampa?" a "Il dilemma di Gaza" e "Dentro l'Iran".

Un numero significativo di giovani ha partecipato alla conferenza. Con più di 900 studenti universitari da 370 campus, nonché 397 studenti delle scuole superiori, molti beneficiando di borse di studio, gli studenti costituivano quasi il 17% del numero totale dei partecipanti.

Osservando il tutto da fuori dalla conferenza è emerso chiaramente che l'AIPAC sta cercando di arrivare ben oltre alla comunità ebraica per il sostegno.

Un flusso costante di pullman, tutti con le scorte della polizia, pagate dai contribuenti, scaricava i partecipanti alla conferenza con tante delegazioni di afro-americani. Infatti, tra i workshop quelli che trattava l'alleanza emergente con la comunità afro-americana e come questa alleanza può essere "attivata intorno alla causa pro-Israele".

Alla conferenza c'erano anche workshop in spagnolo "da paura", presumibilmente come un tentativo di raggiungere le comunità dei latinos, sull'influenza dell'Iran in America Latina attraverso i suoi forti legami con Venezuela, Cuba e Brasile, e la preoccupazione che potrebbe portare a terrorismo, estremismo islamico e sentimenti anti-americani.

Altri workshop erano dedicati a come trarre vantaggio dal sostegno pro-Israele della comunità evangelica cristiana così come alla "nuova era di cooperazione militare e di intelligence" con l'India.

Tuttavia, lo scopo della maggior parte dei workshop è stato quello di preparare i partecipanti per la giornata di lobbying al Congresso, con le tre principali richieste per i deputati e sentatori. In primo luogo, l'AIPAC chiedeva "sanzioni paralizzanti contro l'Iran". Considerando quanto sia improbabile per il Consiglio di sicurezza dell'ONU approvare una simile risoluzione, l'AIPAC invitava gli Stati Uniti "a guidare la comunità internazionale", un eufemismo per azioni unilaterali.

La seconda richiesta riguardava le attuali tensioni tra gli USA e l'Israele in seguito agli annunci di nuovi insediamenti illegali a Gerusalemme Est. Una lettera di iniziativa dell'AIPAC, inviata dai leader di maggioranza e minoranza alla Camera, Steny Hoyer ed Eric Cantor, ha invitato il Segretario Clinton a ribadire "l'impegno statunitense per il legame inscindibile che esiste tra gli Stati Uniti e lo Stato di Israele" e a risolvere eventuali controversie "in privato, nella fiducia e confidenza, come si addice a storici alleati strategici". Oltre il 50% della Camera ha firmato la lettera e una lettera simile è in circolazione al Senato.

In ultimo, ma non certo meno importante, l'AIPAC ha sollecitato il sostegno perché continuino gli aiuti militari, ossia "l'assistenza alla sicurezza" nel linguaggio dell'AIPAC, dagli USA a Israele. Chiedeva al Congresso di approvare la richiesta del Presidente Obama di $3 miliardi per l'anno fiscale 2011 nell'ambito dell'accordo di $30 miliardi in 10 anni. Time Magazine era insolitamente candido nel raccontare la richiesta: "il governo israeliano ha annunciato l'intenzione di sostituire la sua vecchia flotta di caccia da combattimento F-16 con i nuovi caccia F-35, di fabbricazione statunitense, un costo notevole che Israele spera sarà sostanzialmente a carico dei contribuenti americani".

Questo è lo stesso F-35 al quale ha fatto riferimento il Segretario alla Difesa Gates nella sua testimonianza davanti al Congresso del 25 marzo quando ha parlato di "inaccettabili ritardi e superamento dei costi". Il prezzo per il programma di armamenti più costoso del Pentagono si è quasi raddoppiato dal 2001, inducendo il Segretario Gates a sostituire di recente il responsabile del programma e a non versare oltre $600 milioni al contraente principale, la Lockheed Martin. Non c'è da meravigliarsi se Israele preferisca che siano i contribuenti statunitensi a pagare il conto!

Dentro il centro congressi di Washington, l'AIPAC da una parte chiedeva che il pubblico statunitense fosse tenuto all'oscuro per quanto riguarda le controversie fra USA e Israele, dall'altra pretendeva che fossero i contribuenti USA a finanziare il 20% del bilancio della difesa di Israele.

Fuori era un'altra storia. Insieme ad attivisti di CodePink, Veterans for Peace, Military Families Speak Out, Avaaz, Jewish Voice for Peace e la US Campaign to End the Israeli Occupation abbiamo mantenuto una presenza per tutto la durata della conferenza con cartelli e striscioni chiedendo il rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, la fine dell'assedio di Gaza, dell'apartheid israeliana e del finanziamento statunitense di crimini di guerra israeliani.

Con il teatro di strada, abbiamo istituito un posto di blocco per dare il benvenuto ai partecipanti, ed io, nel ruolo di una donna palestinese, ho cercato invano di passare. Ho supplicato i partecipanti, a volte allarmati, ad aiutarmi a raggiungere un ospedale. Tighe Barry, nel ruolo del soldato israeliano, mi ha spinto via dicendo alla gente, "Potete passare. Questa è una strada per soli ebrei".

Durante la nostra presenza fuori dalla conferenza, ho sentito di tutto, da discusioni raggionevoli agli insulti più volgari ad un totale ignoranza sugli argomenti: "C'è già un congelamento della costruzione di colonie!" "Gaza non è sotto assedio, Israele invece sì!" "L'AIPAC non ha nulla a che fare con la 'policy'!" Quest'ultima osservazione è stata fatta sotto l'enorme striscione "AIPAC Policy Conference".

Nonostante i loro numeri fossero 100 volte i nostri, la nostra semplice presenza ha letteralmente mandato alcune persone in tilt, addirittura facendo ricorso alla violenza, spingendo e colpendo gli attivisti. La nostra conferenza stampa tenuta al di fuori del Centro Congressi è stata costantemente interrotta, con i sostenitori dell'AIPAC che urlavano e si posizionavano davanti alle telecamere. Josh Ruebner della US Campaign to End the Israeli Occupation ha giustamente giudicato questo come un classico esempio dell'AIPAC a voler controllare al 100% il dibattito in modo che le altre voci non possano essere ascoltate.

Ma c'era almeno un minimo di dibattito in corso all'interno della conferenza. Hadar Susskind, della nuova lobby J Street che si auto-proclama pro-pace e pro-Israele, stava facendo un'intervista con la BBC, quando Alan Dershowitz, uno dei relatori principali della conferenza, si è avvicinato. I due hanno iniziato un acceso dibattito e la confusione ha attirata l'attenzione della stampa. Dershowitz ha chiesto "Come si può non convenire che Goldstone è un essere umano spregevole?" riferendosi al giudice sudafricano ben rispettato che ha guidato la missione d'inchiesta delle Nazioni Unite sull'assalto israeliano a Gaza. La sicurezza dell'AIPAC ha rapidamente condotto la discussione al di fuori del centro congressi spiegando ai media che non si poteva filmare. Un equipe francese ha avuto le proprie credenziali revocate dopo aver rifiutato di andarsene.

Il secondo giorno di proteste al di fuori della conferenza ha fatto uso della satira per cercare di far passare il messaggio. CodePink ha diffuso un comunicato stampa falso che annunciava il sostegno dell'AIPAC per il congelamento delle colonie in Cisgiordania e Gerusalemme Est. La notizia fasulla è stata ripresa da diversi organi di stampa costringendo l'AIPAC a rilasciare una smentita, così confermando che sulla questione non è in linea con la politica degli Stati Uniti e la maggioranza dei cittadini statunitensi. Alcuni partecipanti alla conferenza si stavano poi chiedendo come mai l'AIPAC non sostenesse il congelamento.

Più tardi quella mattina sono arrivati "Netanyahu e le colonie". Gli attivisti dell'Avaaz si erano trasvestiti da insediamenti e uno si era mascherato da Netanyahu, indossando un elmetto della Caterpillar. Cantavano "Costruire insediamenti, non la pace". Nel pomeriggio, attivisti ben vestiti scortavano i partecipanti verso l'ingresso: "Prego, di qua per la Conferenza sull'Apartheid".

L'attrazione principale della conferenza di tre giorni è stata, naturalmente, la cena di gala con l'intervento del Primo Ministro israeliano Netanyahu. Rae Abileah di CodePink, che aveva acquistato un biglietto per la conferenza, ma poi ha ricevuto una raccomandata dicendo che la sua iscrizione era stata annullata, è riuscita comunque ad essere alla cena aspettando il suo momento. Dopo la tradizionale Roll Call , la lettura interminabile dei nomi dei membri del Congresso presenti - circa 59 senatori e 269 deputati - Netanyahu è infine salito sul palco. "Quando il Primo Ministro ha annunciato l'impegno di Israele alla difesa, non potevo più rimanere in silenzio". Rae è saltata sul tavolo proprio sotto il palco del direttore esecutivo dell'AIPAC Howard Kohr e, mentre gridava "Basta con l'assedio di Gaza! No alle colonie illegali!", ha aperto uno striscione con la scritta "Costruire la pace non le colonie".

Poco dopo che Rae è stata rimossa con la forza dalla cena, Joan Stallard, anche lei di CodePink, ha aperto uno striscione e ha gridato: "Stop alle colonie"! Joan, che stava seduta forse un po' troppo vicino alla sicurezza, è stata subito buttata a terra e prontamente rimossa.

Dopo il discorso di Tony Blair la mattina del terzo e ultimo giorno della conferenza, i sostenitori dell'AIPAC si recavano al Congresso, dove erano stati fissati 500 incontri con senatori e deputati. Siamo arrivati presto per anticipare la folla e abbiamo consegnato lettere di ringraziamento ai 36 deputati che avevano votato NO alla risoluzione che condannava il rapporto Goldstone su Gaza.

Appena finita la consegna, "Netanyahu e le colonie" sono arrivati per salutare i sostenatori dell'AIPAC che faceva la fila per entrare al Congresso. Con un assegno gigante intestato a "Insediamenti illegali senza fine" firmato da Barack Obama, abbiamo gridato sul megafono, "Benvenuti alla Banca di Israele, altrimenti nota come il Congresso degli Stati Uniti. Niente è troppo per Israele". C'erano gruppi di giovani facendo lobbying lo stesso giorno per programmi svolti a migliorare l'istruzione e aumentare l'occupazione. Passando gli dicevo, "Mi spiace, non ci sono fondi per la vostra scuola o per l'occupazione. Il Congresso vuole darli a Israele".

Poi toccava al Senato. Due senatori, il repubblicano Lindsey Graham del South Carolina e il democratico Charles Schumer di New York, avevano parlato il giorno precedente alla conferenza AIPAC. Il senatore Graham ha velocemente risolto il fastidioso problema di Gerusalemme Est: "Gerusalemme non è una colonia. Nessun governo in Israele potrà mai considerare Gerusalemme una colonia! Nessun governo degli Stati Uniti dovrebbe mai considerare Gerusalemme una colonia! È la capitale indivisa dello Stato di Israele. È la dimora eterna della fede ebraica. Ed è giunto il momento di passare ad altre questioni".

Siamo andati agli uffici dei senatori Graham e Schumer, così come quelli dei senatori Lieberman e Kyl. Indossando tuniche con la scritta "Coloni" e sventolando una bandiera con la scritta "Mio" abbiamo occupato l'ufficio, creando un posto di blocco e spostando i mobili a nostro piacere. Di nuovo recitando la parte di una donna palestinese, ho supplicato lo staff del senatore, che era, non sorprendentemente, preoccupato per quanto stava accadendo, per il loro aiuto nel rimuovere i coloni dalla terra della mia famiglia. In tre casi su quattro siamo riusciti ad ottenere un incontro; l'ufficio del Senatore Graham ha invece chiamato la polizia e ci ha cacciati!

La conferenza AIPAC di quest'anno non avrebbe potuto essere previsto in un periodo più impegnativo, con tensioni insolitamente alte fra gli Stati Uniti e Israele. Tenedo cartelle con la scritta "Israele mette in pericolo la pace" durante l'audizione della Commissione delle Forze Armate del Senato il 16 marzo, abbiamo sentito il Generale Petraeus dire chiaramente che "il conflitto [israelo-palestinese] fomenta sentimenti anti-americani a causa di una percezione di favoritismo USA verso Israele". Sulla CNN di recente, si è parlato di uno stato di apartheid in Israele e un giornalista ha chiesto il taglio agli aiuti militari statunitensi verso Israele. E proprio un giorno prima dell'inizio della conferenza AIPAC, il segretario generale dell'ONU Ban Ki Moon ha dichiarato durante un tour di Israele, Cisgiordania e Gaza "Voglio essere chiaro. Ogni attività di insediamento è illegale ovunque in territorio occupato e deve essere fermato".

Per quanto l'AIPAC sembra che viva in un mondo tutto suo, pare anche improbabile che il governo degli Stati Uniti, o la comunità internazionale, adottino una posizione coraggiosa e facciano ciò che molti israeliani chiedono, salvare Israele da se stesso. Per questo motivo molti attivisti hanno deciso di agire loro stessi, sostenendo l'appello palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele. Il 23 marzo, durante la conferenza stampa fuori dalla conferenza AIPAC, il neonato gruppo BDS dell'area di Washington ha invitato a non comprare prodotti israeliani come modo per dare un contributo significativo per porre fine all'occupazione israeliana. E il 30 marzo, il secondo Global BDS Day, azioni di boicottaggio avranno luogo in tutto il mondo.

Investi nella pace. Boicotta Israele!

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It wasn't the Russians that got us Trump. Or Comey. Or even the massive GOP election fraud. It was the DNC.*
*Dem National Committee

To learn how to stop the DNC from delivering us another Trump, read Autopsy: the Democratic Party in Crisis.


Photo of a school in Yemen bombed by Saudi Arabian jets supplied by the U.S. and fueled in the air by the U.S. Air Force. Tell Trump to STOP THIS CARNAGE, not fuel it! Click here.

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Iraq Deaths Estimator
Did someone tell you that U.S. military intervention in Iraq was over? Not true: we're at it again. This time the pretext to drop bombs is "curbing ISIS" (which was created by the U.S. in the first place, to overturn al-Malaki in Iraq and then Assad in Syria, and is now out of hand. Like what happened to "our" creature al Qaeda in Afghanistan). And the death toll continues to rise...
Write your senators and tell them: "Enough! U.S. out!! Iraq has shown it can curb ISIS by itself!"

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